«il Piccolo» e la furia squadrista
| Borgo Scacchini 2
«il Piccolo» era un quotidiano stampato e diffuso in città dal maggio 1919 con un suo apprezzabile seguito, anche perché molto attento alle istanze che provenivano dal mondo dei reduci della Grande guerra. Oltre a questo suo legame con l’interventismo irredentista e il patriottismo di sinistra, diventò presto un giornale fieramente antifascista e il suo direttore Tullio Masotti, come il suo caporedattore Aroldo Lavagetto, più volte denunciarono con voce tonante il clima di violenza instaurato dalle squadre nere, sia a livello locale che nazionale.
Tutto ciò rendeva il quotidiano particolarmente detestabile ai fascisti che, durante le giornate dell’agosto 1922, lo individuarono come bersaglio da colpire e zittire. La sua redazione e la sua tipografia, che si trovavano in un elegante palazzo di borgo Scacchini, vennero quindi devastate e incendiate all’alba del 4 agosto da alcune squadre di fascisti mantovani.
Ma in quei giorni, «il Piccolo» non fu l’unica vittima della violenza squadrista in “Parma nuova”, cioè la parte borghese della città, nelle cui strade e piazze i fascisti si muovevano liberamente, scorazzavano con i loro gagliardetti tricolori, minacciando, insultando e bastonando chi poteva essere in odore di sciopero o di socialismo.
Altri obiettivi delle loro aggressioni furono quindi anche le organizzazioni sindacali che avevano sede in questa parte della città, come i due circoli dei ferrovieri, incendiati nella notte tra il 3 e il 4 agosto, e i locali di borgo Tommasini dell’Unione del lavoro, il sindacato bianco legato al Partito popolare, devastato la mattina del 5.
Fotografie e documenti
Fin dai primi giorni della spedizione, poi, il comando delle camicie nere aveva imposto il divieto di vendita di alcuni quotidiani, come «L’Internazionale», l’«Avanti!», il «Mondo» e «altre simili porcherie», e a pagarne le conseguenze erano stati gli strilloni, malmenati e derubati dei giornali che venivano poi bruciati in piazza.
Infine, la mattina del 5 agosto, quando ormai l’azione fascista sembrava in stallo, sempre nella zona tra borgo Tommasini, borgo XX marzo e strada XXII luglio, la furia squadrista si scatenò anche contro gli studi e le abitazioni di una decina di notabili democratici.
Per saperne di più...
Giuffredi Massimo, Non bisogna irritare i calabroni, in Alle barricate! Agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria, a cura di Margherita Becchetti, William Gambetta e Francesca Magri, Grafiche Step, Parma 2022, pp. 53-61.
Pisi Guido, Le ceneri della Fenice. “il Piccolo” di Parma tra il primo fascismo e le barricate dell’agosto 1922, in «Storia e documenti», n. 7, 2002, pp. 73-91.