Un popolo dietro le barricate
| Borgo Marodolo 5
Nel marzo 1923, durante una perquisizione in casa di una giovane dell’Oltretorrente, Ada Nicolini, la polizia trovò alcuni piccoli foglietti di quaderno vergati a matita dalla stessa Ada ma firmati «la squadra d’azione». Erano le bozze di un testo che la giovane – capace di leggere e scrivere, cose per nulla scontate nei borghi di quell’epoca e ancor più per una donna – scrisse per conto del gruppo degli Arditi del popolo di borgo Marodolo (di cui anche suo fratello Gino faceva parte). Con quei biglietti la squadra voleva ringraziare gli abitanti della zona che, nei giorni dell’agosto 1922, si erano dati da fare per procurare viveri e sostegno agli uomini in armi.
Alla resistenza contro le camicie nere, infatti, non parteciparono solo le milizie antifasciste ma l’intero popolo dei borghi. Quando il prefetto fece ritirare le forze dell’ordine dall’Oltretorrente e fu chiaro che le autorità non sarebbero riuscite a contenere la violenza squadrista, spontaneamente la popolazione dei rioni popolari scese in strada – come scrisse la «Gazzetta di Parma» – «a disselciare le strade, a rimuovere i lastroni di granito dei marciapiedi, ad ostruire i passaggi». Sostanzialmente, come aveva fatto tante volte durante le rivolte dei decenni passati, la gente dei borghi si difendeva, utilizzando pratiche di guerriglia urbana che le erano piuttosto familiari.
Fotografie e documenti
Numerose testimonianze ricordano anche sacerdoti e bottegai parte di quel fermento: i parroci infatti, non si fecero scrupoli a far usare i banchi delle chiese per erigere le barricate o a far salire gli arditi sui campanili. I negozianti donarono le loro merci per le cucine collettive organizzate in vari punti del quartiere.
Anche le fotografie di Armando Amoretti ci mostrano, dietro le barricate, donne e uomini di ogni età, vecchi e ragazzini che incitavano e preparavano i pasti, attrezzavano punti di soccorso per i feriti, osservavano con mille occhi gli spostamenti del nemico, portavano ordini e informazioni.
E fu presto chiaro a tutti, autorità comprese, che non si poteva più parlare solo di uno sciopero generale, per quanto combattivo, ma di una vera e propria rivolta che coinvolgeva migliaia di persone.
Una rivolta che – seppur per pochi giorni e in una situazione di emergenza – si organizzò dal basso, un’esperienza di autorganizzazione e di contropotere che segnò profondamente la storia dei ceti popolari della città.
Per saperne di più...
Becchetti Margherita, Gambetta William e Magri Francesca (a cura di), Alle barricate! Agosto 1922: la città, i protagonisti, la memoria, Grafiche Step, Parma 2022.
Cacucci Pino, Oltretorrente, Feltrinelli, Milano 2003.
Balestrini Nanni, Parma 1922. Una resistenza antifascista, a cura di Margherita Becchetti, Giovanni Ronchini e Andrea Zini, DeriveApprodi, Roma 2002.
De Micheli Mario, Barricate a Parma, Editori Riuniti, Roma 1960.